Tullio e Filina (Filomena), una giovane coppia con una bambina di 4 anni di nome Norma, decidono di realizzare, come tanti emigranti dell’epoca “il sogno americano”. Lo fanno, quando partire, emigrare, voleva dire credere in un futuro migliore, realizzare i desideri di una vita, offrendo maggiori e più sicure opportunità per i propri figli.
Ma il loro viaggio, pieno di speranze, di sogni e di nuovi progetti, fu interrotto proprio a pochi chilometri dalle coste statunitensi, quando appunto la maestosa turbonave Andrea Doria, su cui viaggiavano felici, venne speronata nella notte del 26 luglio 1956 da una motonave svedese, la Stockholm, provocandone inevitabilmente l’affondamento. Durante il naufragio, i coniugi Di Sandro fecero del tutto per salvare le loro vite, ma soprattutto cercarono con tutte le forze, in uno scenario di panico, urla e terrore generale, di salvare la vita della piccola Norma. Il padre, infatti, con l’estremo tentativo di salvarla, la lanciò dalla nave, così come fu fatto con altri infanti, recuperati dai marinai svedesi, che avevano posto delle coperte su cui farli cadere. Ma, Norma, urtando violentemente il capo sul bordo della scialuppa, perse i sensi per non risvegliarsi mai più.
Nei capitoli successivi all’episodio di quella terribile notte, vengono descritti i primi tragici momenti dopo la scomparsa della piccola Norma e la vita dei coniugi Di Sandro, in America, negli anni che seguirono. Nella seconda parte del volume, infatti, emergono tutti quelli che sono stati i postumi di “quella” immane tragedia, i loro sacrifici in una terra lontana, ben diversa da come l’avevano sempre immaginata; gli anni dediti al lavoro ininterrotto, l’arrivo di altri tre figli, Norma, Ermanno e Brigida, che fecero riemergere la speranza e la voglia di andare avanti, nelle loro vite oscurate dal forte dolore. Nella terza parte, invece, che va dagli anni ’70, fino ai giorni nostri, Ermanno Di Sandro, racconta, attraverso un’analisi attenta, i tanti episodi in cui ha sentito fortemente la vicinanza della piccola Norma; la morte del padre ed una bellissima sorta di “intervista” alla madre, sviluppata in dieci domande.
L’autore, in questo meraviglioso libro, che nasce come “romanzo storico e si sviluppa come un saggio”, esprime fin dalle prime pagine l’amore infinito che da sempre lo lega alla sua amata sorella, scomparsa prima della sua nascita.
Se per anni, Ermanno Di Sandro aveva rispettato la volontà dei suoi genitori di contemplare un dolore in silenzio, se non aveva mai fatto domande per non riaprire quelle ferite, quell’immenso dolore, a cinquant’anni dall’ accaduto, prende forma il suo desiderio: scriverne un libro, come atto d’amore nei confronti della piccola Norma e dei suoi genitori.
La realizzazione del suo progetto, fu resa possibile, soprattutto in seguito ad un tanto semplice quanto importantissimo gesto da parte della madre: la consegna di una scatola con tutta la documentazione raccolta negli anni, con lettere, poesie personali, immagini del tragico accaduto, articoli, ecc. Un gesto d’amore nei suoi confronti, e di Norma che ancora aveva voluto interagire con loro e per loro. Da questo momento in poi Ermanno Di Sandro, capisce, che finalmente la sua mente e il suo cuore sono pronti a rendere, così, eterna la memoria di Norma. Il suo libro, sarà non solo il racconto di un tragico evento che ha segnato per sempre la vita di Tullio e Filina, ma è un dare finalmente voce alle “insorgenze del cuore”.
Un filo sottile che lega i due fratelli, fatto di amore e costante presenza, che l’autore sente e percepisce sempre di più in un turbine di emozioni, di sensazioni che lo portano ad avvertire la vicinanza del suo piccolo angelo custode, in ogni momento della sua vita.
La “Bella Principessina Addormentata”, continua a prendersi cura dei suoi cari e le parole racchiuse nel libro, la rendono immortale nella sua dolcezza, vivacità e intelligenza. Non è solo un racconto di una storia triste realmente accaduta è qualcosa di più, qualcosa che va oltre: è la descrizione profonda, sentita di un sentimento, che il tempo anziché affievolire ha reso sempre più forte e inattacabile, è il desiderio palpabile, di trasmettere tutto l’amore che certi legami racchiudono in sé, è la certezza di una fede, che porta l’autore ad andare avanti, a capire, a ritrovarsi, a non perdersi nelle frivolezze della vita.
Il libro dal linguaggio fluido, scorrevole, fin dalle prime pagine, cattura l’attenzione del lettore, che difficilmente riesce a distaccarsene fino all’ultima pagina; un libro che si legge tutto d’un fiato, perché capace non solo di emozionare per quanto accaduto, ma di trascinare, nell’infinito universo dell’amore, riuscendo così a trasmettere quei profondi legami indissolubili e immortali.
Annalisa Oliva
Ermanno Di Sandro, Bella Addormentata (Andrea Doria 1956), Bel-AMI EDIZIONI,2013, pp.200.
Ermanno Di Sandro nasce a Providence nel Rhode Island (U.S.A.) nel 1958 da genitori italiani emigrati. Architetto, insegna Arte e Immagine presso Istituti Superiori. Partecipa alla stesura del volume 3rd International Symposium on Underground Quarries (Napoli, 1994, Club Alpino Italiano con la Società Speleologica Italiana) dopo i contributi pubblicati sulle riviste Archeologia (1986-’87) ed Acciaio(1988). La sua attività di narratore inizia nel 1998 con gli appunti per l’inedito Io che amo le donne (ovvero il coraggio di confessare l’inconfessabile). Del 2007 il suo esordio editoriale con il romanzo Le insorgenze del cuore, cui segue Margaretha(2009), entrambi pubblicati da Lupo Editore.